PARLIAMO DI DONNE
(2014)
di Franca Rame e Dario Fo
regia di Tonia Avellano e Andrea Nao
Parliamo di donne è uno spettacolo in bilico tra comico e grottesco, tra divertimento e riflessione, rappresentando con sarcasmo, ironia e disincanto tematiche gravi e attuali quali la condizione della donna, la problematica sentimentale, la tossicodipendenza e l’aids, la fede e il dolore, la sessualità e l’amore. Un nuovo spaccato della società contemporanea, in forma di dolente satira, nella più classica tradizione di quel teatro popolare impegnato del quale Franca Rame e Dario Fo sono stati per molti anni i più prestigiosi e acclamati autori e protagonisti.
«Sono anni che porto in giro spettacoli sulla condizione della donna, sullo sfruttamento sessuale, i problemi con i figli, i tradimenti, la coppia chiusa, la coppia aperta… Sono convinta che la causa di ogni pena amorosa, di legami che si sfaldano, è la mancanza di armonia tra i sessi».
Franca Rame
Una donna sola
Una casa popolare, una periferia del nord Italia. Una donna. Sola.
Con… due figli, un marito, un cognato “toccaccione”, il guardone, il ragazzo, la polizia, il creditore… !!
Interrotta da continui imprevisti, in un ritmo sempre più incalzante e travolgente, Maria, casalinga del nord Italia, si trova a svelare in un “conato di confidenza” tutto il proprio assurdo mondo familiare alla nuova dirimpettaia, in un crescendo tragicomico di eventi, fino a decidere – senza rendersene conto – se cambiare rotta o continuare la solita vita.
Con Giulia Onnis, Silvia Stanic, Marco Neri Da Re, Marco Scattolini (Marco Avventi), Pino Favale
Una coppia aperta, quasi spalancata
Viene proposto una riduzione di questo atto unico brillante. La pièce ci appare leggera, divertente e allo stesso tempo profonda, con un leggero aroma di disincanto e alle volte quasi di amarezza ad aleggiare in alcune scene. La vicenda si risolve in un incantevole esame riguardo la libertà sessuale. Il prolungato dialogo tra un marito che appare inizialmente disinvolto e una moglie che disperatamente si dichiara sola e trascurata svela, con il dipanarsi della vicenda, le ipocrisie della quotidianità, ma anche della trasgressione fine a se stessa o scelta per convenienza e per noia. E il ritmo cresce, battuta dopo battuta e porta, anzi quasi trascina il pubblico in una risata sempre più consapevole e divertita anche, forse, dalla consapevolezza di vedere sulla scena, ingigantiti, piccoli drammi in una qualche forma molto familiari. Tra piccoli difetti, battute sarcastiche e preconcetti prima sbandierati fino all’eccesso e poi messi in ridicolo con eleganza.
Con Giuliana Casadei, Alessandro Svalduz (Cristiano Desiderà)
La mamma fricchettona
Si tratta di una’altra farsa su una casalinga di sinistra che si maschera da mendicante per ricercare il figlio scappato di casa. Quando inizia la piéce la donna si sta nascondendo in chiesa per eludere una pattuglia di carabinieri cui il marito e il figlio redento hanno annunciato la sua scomparsa. Poiché siede dietro il confessionale come una persona regolarmente praticante, essa racconta i suoi peccati: nel travestimento da mendicante, vagando per strada in cerca del figlio, si accorge di aver trovato una libertà e una gioia di vivere ormai del tutto estranee al suo ambiente sociale e confessa quanto sia esilarante fare l’amore con sconosciuti a e dice di non essere disposta a tornare alla routine della casalinga.
Con Enrica Ruffatti, Marco Scattolini
Il risveglio
Testo coinvolgente, demistificatorio e forte del punto di vista di una donna sulla realtà. Un brano fatto per ridere, per portare alla ribalta il punto di vista di quello che viene chiamato il “sesso debole” e che dimostra di avere una vista acuta e una profonda capacità di analisi della realtà. Tutto questo attraverso il racconto di un universo sentimentale ed emotivo che è costretto dallo stress della vita quotidiana, da un bambino piccolo e da un marito ingombrante.
Con Silvia Rubinato, Alan Lucchino